lunedì, agosto 11, 2003

Diario di Paolo

Lunedì 11 Agosto 2003, ore 17.00 circa

Sono ammirato.
Ora che il riposo notturno ha spazzato via gran parte della stanchezza, è un piacere lasciarsi trasportare tra le colline romene.
Le mille sfumature di verde colorano un mosaico in cui si sovrappongono alla perfezione boschi, piccoli villaggi, greggi, e capi di bestiame solitari.
Lo sguardo si perde verso l’orizzonte, contornato dalle cime delle colline più alte e dalle montagne più prossime.
Anche il cielo vuol dare il suo contributo, con un azzurro incredibilmente intenso, ed una miriade di nubi candide che compongono figure incomprensibili.
Nei tratti in cui la presenza umana è meno tangibile, il senso di pace trasmesso da ciò che mi circonda è davvero avvolgente.

Diario di Walt

Lunedì 11 Agosto 2003
Primo dopo pranzo, ore 15.00

Sembra di essere a casa. Tutto segna un corso naturale. Le emozioni sono leggermente smorzate dalla stanchezza che ancora sento sulle mie palpebre e nella mia testa.
Tuttavia ogni situazione pare essere perfettamente inserita nel variopinto mosaico che stiamo creando, mattoncino per mattoncino.
La nostra meta ora è Sighisoara, la casa natale di Vlad.
Siamo pronti a recepire immagini e sensazioni. Tre macchine fotografiche e la penna di Fabiano al nostro servizio.
In serata si preannuncia la possibilità di assaggiare portate tradizionali transilvane. Per completare la sinestesia: ogni senso deve percepire tutto questo…

Diario di Paolo

Lunedì 11 Agosto 2003, ore 14.20 circa (ora locale)

Siamo nuovamente in marcia. Questa volta per raggiungere la casa in cui Vlad nacque.
Siamo di ritorno da Bran, dove si trova il castello che fu la sua dimora locale, ma il fato ha voluto correggere l’errore nel nostro programma, impedendoci di entrare.
Per questo ora riposizioniamo il nostro inizio, dirigendoci dove tutto inizio ebbe, a Sighisoara.
Abbiamo ancora nelle membra le numerose ore di viaggio, ma la piacevole serata trascorsa con Ovidiu ed alcuni suoi amici, ed il poco alcool che si è rapidamente diffuso nei nostri corpi sfiniti, ha fatto sì che la notte ci portasse un sonno intenso e ristoratore.
Ora non mi resta che lasciare che la frizzante aria transilvana mi entri nei polmoni, e gustare la deliziosa campagna circostante.