domenica, agosto 10, 2003

Diario di Paolo

Domenica 10 Agosto 2003, ore 20.15 circa

Ci siamo! Finalmente…
BRASOV, a chiare lettere nere su fondo bianco, assume in questo istante un duplice significato:
“fine”, di questo interminabile viaggio di andata;
“inizio”, delle avventure che ci aspettano d’ora innanzi.
Già intravedo l’insegna dell’Aro Palace Hotel.
Eccoci, siamo di fronte. Ovidiu, dove sei?

Diario di Walt

Domenica 10 Agosto 2003
Pomeriggio inoltrato, 17.00

Ecco il primo cartello stradale che indica Brasov: la nostra Eldorado, la città dei sogni e delle rivelazioni per noi.
Ho avvertito Ovidiu, Ovi, poco fa. Presto potremo conoscere di persona l’uomo che attraverso un etereo contatto informatico ha organizzato il nostro soggiorno di ricerca in Brasov.
Ci circondano sconfinate campagne, alla destra e alla sinistra della strada che percorriamo. Un enorme pianura che viene limitata solo da lontane colline.
Un paesaggio nel quale è facile perdersi.
Molte volte ha aiutato la stanchezza per il viaggio a condurci verso la sonnolenza con la sua pacatezza e monotonia.
Ma ora, con le ultime forze, sono pronto a fare ingresso in Brasov insieme ai miei due compagni di viaggio e cari amici.
A presto, Ovi.

Diario di Paolo

Domenica 10 Agosto 2003, ore 16.15 circa

La rete stradale romena ci ha da tempo inghiottiti, e le poche parole scambiate coi gendarmi alla frontiera con la Serbia sembrano ormai un vago ricordo.
La stanchezza si fa sentire in modo sempre più pressante, ma quanto più il corpo chiede pietà, tanto più lo spirito si sente vicino alla meta, elargendo le energie necessarie.
Se è vero che le conquiste più gloriose sono quelle più sudate, a Brasov ci attende qualcosa di grande.
Andiamo a ricevere ciò che ci spetta.

Diario di Walt

Domenica 10 Agosto 2003
Mezzogiorno

Il sole batte le strade oltre il confine romeno.
Ora dobbiamo decidere se seguire la strada per Timişoara o per Caransebes.
Sotto la canicola del mezzogiorno il viaggio assume un senso maggiormente pratico ed un po’ meno misterioso.
Un gruppo di oche osserva il nostro passaggio a collo alto, in segno di sfida.
Sulla strada si affacciano alberi da frutta su ambo i lati.
Un piccolo cimitero affollato e poco curato, mostra numerose croci ed una cupoletta.
Il paesaggio non sembra essere cambiato molto da prima, tuttavia mi pare di respirare un’aria più lieve.La meta si avvicina…

Diario di Walt

Domenica 10 Agosto 2003
Mattina, 7.35

Belgrado: una città che accomuna le macerie della guerra con i palazzi delle grandi società internazionali; cubi di cemento grigi ed opprimenti, uguali alle abitazioni civili, fatte come piccionaie, per una vita ridotta alla sopravvivenza.
Veniamo fermati dalla polizia, che ci deruba di 20 euro senza motivo: subito l’agente ne vorrebbe 35, ma poi, viste le nostre richieste di spiegazione, si accontenta di 20!
Ecco il triste paesaggio che attraversiamo passando per Beograd…!

Diario di Walt

Domenica 10 Agosto 2003
Mattino, 6.00

Siamo in Jugoslavia. Attraverso stradine polverose, paesaggi spogli, villaggi fatiscenti, passaggi a livello senza sbarre, auto rugginose. Lontano dall’autostrada, da dove ci hanno allontanato.
Ci sperdiamo in infinite strade immerse in una pianura desolata.
Dondoliamo il capo nell’attraversare un passaggio a livello “sterrato”, e riceviamo il sorriso compiacente di un uomo locale, che si diverte ad osservare i nostri esagerati movimenti.
Più avanti ci accorgiamo che sono dei civili a non permettere l’accesso all’autostrada: forse uno sciopero.
Allora si continua attraverso paesi tutti uguali, con case che si ripetono nelle loro forme e nell’esprimere povertà ed abbandono.
L’alba ci ha colti qui, e pare che neanche il sole possa dare un po’ di luce e calore a questo mondo abbandonato a se stesso…
I caratteri in cirillico contribuiscono a rendere ancora più misterioso il paesaggio.
Siamo circondati da cuccioli di randagi e discariche abusive colme di ogni assurdità.
Una signora anziana vestita con vecchi abiti semplici, il capo coperto da un foulard, aspetta qualcuno o qualcosa, con alcune borse ai suoi piedi.
Così attraversiamo Sid, Kukujevci, Čalina, tutti luoghi che neanche sappiamo pronunciare correttamente.
Direzione Beograd… speriamo…

Diario di Paolo

Domenica 10 Agosto 2003, ore 3.00 circa

E’ notte fonda, ed il peregrinare prosegue.
Idiomi ignoti, e accenti alieni raggiungono i nostri timpani ormai ad ogni sosta.
Anche la luna, arrossata nella timidezza del suo saluto, ci sta per abbandonare.
Ma noi avanziamo, sfidando le tenebre che ci avvolgono.
E mentre i pensieri vagano a sondare il buio, l’auto sfreccia e brucia le tappe che ci separano dalla nostra meta.
E’ la Croazia ad ospitare questi istanti, ma noi contiamo di abbandonarla presto, perché altro è il nostro obiettivo.
Gli stiamo andando incontro, così come sta facendo l’alba, che ci attende per dare nuova luce alla nostra strada.
Nel frattempo, proseguiamo in solitudine.